martedì 6 settembre 2011

e anche questo è successo d'agosto mentre facevo la nonna

(uscito sul sito di vanity fair)
Sono passate solo poche ore dal gravissimo attacco terroristico avvenuto nel cuore di Israele, nei pressi di Eilat, cittadina turistica sul Mar Rosso. Sono stati attaccati due autobus e una camionetta militare, sono esplose mine, razzi, cinture esplosive. Mentre sto scrivendo queste righe , a poca distanza dalla conferenza stampa del capo di stato maggiore e del Ministro della Difesa, è avvenuto un ennesimo atto terroristico ,con un ferito gravissimo.
Eilat , un simbolo israeliano, splendida spiaggia in questi giorni affollata da moltissime famiglie israeliane che vi arrivano da tutto il Paese per godersi le acque limpide e gli stupendi fondi marini, è stata circondata dalle forze di sicurezza dell’IDF. Il bilancio è pesante: sette morti, decine di feriti.Il Ministro della Difesa Barak, indicando Hamas come responsabile dell’attentato, ha subito dichiarato che le conseguenze saranno gravissime, e la risposta,già iniziata del resto, nei confronti di Gaza, pesantissima.
L’Egitto ha immediatamente dichiarato la sua estraneità all’attentato , e pare che durante gli scontri a fuoco abbia anche ucciso due dei terroristi.

Per il momento, in verità, nessuno può saper con certezza da dove sia partita la cellula terroristica, da dove vengano i suoi membri, chi siano esattamente; di certo erano ben attrezzati, armati, organizzati, esperti, preparati. Non si trattava certo di nulla d’improvvisato.
L’attentato ha lasciato sbalordito e disorientato l’intero Paese, che fino a poche ore fa non si occupava che delle proteste interne per il costo della vita (la mega dimostrazione organizzata per sabato sera è stata immediatamente annullata): il confine che Israele ha con l’Egitto è infatti molto più noto per il florido “business” beduino di contrabbando di droga e donne e passaggio di clandestini africani, che per problemi di sicurezza.
Eppure l’attentato non dovrebbe stupire nessuno, commentano gli analisti, specialmente nella nuova realtà egiziana del dopo Piazza Tahrir. Il terrorismo- dicono- continuerà. Ed è rivolto verso Israele, ma non meno contro lo stesso governo egiziano. Nel nord della Penisola del Sinai, infatti, e nell’Egitto tutto, oltre che a Gaza, è un pullulare di gruppi terroristici , ( se ne conoscono almeno una sessantina ma pare ce ne siano molti di più), tra cui El Kaida, gruppi palestinesi, e altri estremisti islamici.
Non c’è dubbio che dietro ai quattro attentati e alle conseguenti esplosioni al gasdotto che fornisce gas dall’Egitto ad Israele passando attraverso il Sinai ,avvenuti negli ultimi mesi , ci sia proprio uno di questi gruppi. E I sabotatori , tutte le quattro volte, sembrano aver agito indisturbati. Dopotutto , una delle accuse a Mubarak a Piazza Tahrir era stata proprio quella di aver venduto il gas ad Israele a un prezzo non abbastanza elevato.
Insomma , giorni difficili attendono Gerusalemme e il premier Nethanyau.
Per non parlare di Settembre e della possibile dichiarazione unilaterale d’Indipendenza dello Stato Palestinese.
A cui Israele si oppone.

1 commento:

  1. E tra tutto questo, hai trovato il tempo di presentare il mio libro. Ancora grazie.
    Andrea.

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