martedì 3 gennaio 2012

intervista ad Adnkronos

Tel Aviv, 3 gen. (Adnkronos) - Gli ultraortodossi in Israele dovrebbero andare a lavorare, come succede a New York. Non è più possibile dare a tutti i loro uomini un sussidio per studiare nelle scuole rabbiniche. Solo così si potrebbe risolvere il crescente problema fra laici e ultrareligiosi che sta agitando la società israeliana, afferma la scrittrice Manuela Dviri Vitali Norsa, intervistata dall'Adnkronos.
Il problema dello scontro fra laici e ultraortodossi "c'è sempre stato", nota la Dviri, ma ora "è cresciuto" perchè in questi anni "non vi è stata data una risposta" e nel frattempo il numero degli ultrareligiosi è aumentato perchè nelle loro famiglie vi sono "da sette a dieci-undici figli". Gli haredim, letteralmente "i timorati", i più religiosi fra gli ortodossi, "non fanno il servizio militare, gli uomini studiano nelle scuole rabbiniche e spesso le famiglie vivono in condizioni di semi povertà grazie alle piccole borse di studio dello stato. In genere lavorano solo le donne, nelle loro scuole o nel mondo dell'Hi tech".
All'interno di questo mondo, spiega l'autrice israeliana, "ci sono delle frange veramente fanatiche", una sorta di "religiosità anarchica, di rifiuto dello Stato". "La prima soluzione -afferma- è togliere loro queste borse di studio in modo che debbano lavorare, che escano da questa bolla irreale. Ritornare nella realtà aiuterebbe anche loro a vivere in una maniera piu economicamente dignitosa". E, se non fanno il servizio militare, dovrebbero almeno fare quello civile come gli arabi israeliani o le donne religiose. Del resto, ricorda la Dviri, nella tradizione ebraica, "solo i migliori venivano destinati allo studio" non certo tutti. (segue)
(Civ/Col/Adnkronos
Israele: la scrittrice Dviri, ultraortodossi dovrebbero lavorare come gli altri (2)
(Adnkronos) - Essendo in crescita numerica gli ultraortodossi vengono sempre più difesi in parlamento, nota la scrittrice, "ma verrà il momento in cui tutto questo dovrà cambiare, perchè non è possibile che i laici reggano sulle loro spalle chi non lavora".
Il mondo degli ortodossi, avverte la Dviri, è comunque vasto e articolato. "Va fatta una distinzione fra ortodossi 'light' che vivono vite normali, solo osservando maggiormente le regole della religione e indossano la papalina fatta all'uncinetto, poi vi sono quelli con la papalina nera, un pò meno 'light', le cui donne hanno la testa coperta, e infine vi sono gli haredim, e al loro interno quelli ancora più religiosi fino ad arrivare ai fanatici che addirittura non riconoscono Israele".

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