mercoledì 23 giugno 2010

Piccolo problemi quotidiani e Ghilad Shalit

Oggi avrebbe dovuta essere una giornata tranquilla e mi ero persino messa il costume da bagno per scendere al mare un'oretta.
Invece ho passato l'intera giornata senza uscire di casa ,al telefono, con il tecnico del computer che cercava di ricostruire il mio elenco telefonico dell'Iphone che si era volatizzato ( ho dovuto copiare a mano circa 200 numeri). Sono sfinita. Finalmente adesso, a mezzanotte, mi son tolta di dosso quel maledetto costume.
Ma ho promesso a un amico di facebook che avrei scritto di Ghilad Shalit.
Ecco.



Ghilad Shalit è il giovane soldato israeliano preso prigioniero a Gaza ( in Israele dicono rapito, ma a me sembra che se è un soldato si parli di prigionia).
In questi 4 anni quegli stinchi di santi di Hamas non hanno mai permesso la visita della Croce Rossa , di Ghilad è arrivata solo una lettera e un breve video : si sa pochissimo delle sue condizioni fisiche e psichiche. I suoi genitori sono introversi ,timidi, impacciati , maneggiati e spinti di qua e di là da vari personaggi che hanno fatto del "ritorno a casa" di Ghilad la loro causa.
A me sembra però che alla fine le innumerevoli dimostrazioni pubbliche, i discorsi, i concerti, e persino i palloncini con la sua foto per non parlare dell' embargo e della chiusura di Gaza fatti apposta per premere su Hamas perchè lo liberino, non siano serviti assolutamente a nulla. Anzi , in questo shuk arabo in cui viviamo hanno fatto solo salire il prezzo del suo riscatto e allontanato il suo ritorno.
Per l'opinione pubblica israeliana Ghilad Shalit rimane quasi una persona di famiglia, come se non fossimo uno Stato , ma un grande villaggio, e lui un lontano cugino.
E i migliaia di prigionieri palestinesi nelle nostre galere qui non fanno pena a nessuno. A la guerre comme a la guerre.
Anzi, dei politici volevano, per vendetta, addirittura peggiorargli le condizioni di vita.... come se questo potesse servire a riportare Shalit in Israele.

ub

3 commenti:

  1. cara sig.ra Dviri,mi piace tanto leggere i suoi articoli su Vanity,oggi l'ho trovata anche qui...la volevo ringraziare perchè ci fa vedere la realtà di Israele "dall'interno",nella sua reltà quotidiana,noi nemmeno ce lo possiamo immaginare cosa vuol dire vivere lì.Grazie da una lettrice che la stima molto come donna,scrittrice e mamma.
    francesca(dalla versilia,non molto distante da virgoletta,vero?!)

    RispondiElimina
  2. per niente lontana da virgoletta dove arriverò a metà luglio....

    RispondiElimina
  3. quando diventi una bandiera vieni sventolato
    e in genere non hai scelto tu

    Riccardo

    RispondiElimina