Gianna mi ha scritto: "oh, manuela... ma - so che non mi fraintenderai - ma sembra quasi che avere un caduto in guerra sia obbligatoriamente quasi un mestiere, non ci si può sottrarre e scegliere di vivere il proprio lutto in privato? la madre di un caduto sembra costretta a diventare monumento di se stessa, che tristezza manu, e che gabbia! "
Ieri, alla tivù mi hanno chiesto perchè non faccio nulla per ricordare Joni. Gli ho detto che non mi interessa che gli altri ricordino Joni.
Allora , stupito, ( era un uomo) l'anchorman mi ha chiesto perchè.
"perchè" ho risposto " era mio figlio , mio e di nessun altro e mi sembra che parlare di lui in pubblico sia quasi togliere qualcosa a lui, a noi come famiglia , portargli via la sua privacy, l' essere un ragazzo come tanti altri , per me il più bello, il più intelligente , il più di tutto, ma un ragazzo come tanti altri "
Ancora più stupito lui ha insistito : "ma allora cosa chiedi a noi , agli altri, se non ti interessa che venga ricordato? "
" Mi interessa che venga ricordata la sua morte " ho risposto "e che mi diate in cambio un Paese in cui valga la pena di vivere.
Questo, per me , è l'unico modo in cui posso gestire questa sofferenza grande, senza sentirmi in gabbia.
infatti, a proposito di mestieri, questo dovrebbe essere il mestiere di un paese, essere qualcosa dove valga la pena di vivere...
RispondiEliminaah, manuela, mi hai commosso con queste parole su tuo figlio. Quanto vere e quanto distanti dal chicchericcio mediatico cui oramai non riusciamo più a sfuggire neppure un minuto.
RispondiEliminaPeccato tu sia lontana, vorrei strizzarti forte forte. Leopoldo