domenica 18 aprile 2010

e gianna mi ha scritto....

Gianna mi ha scritto: "oh, manuela... ma - so che non mi fraintenderai - ma sembra quasi che avere un caduto in guerra sia obbligatoriamente quasi un mestiere, non ci si può sottrarre e scegliere di vivere il proprio lutto in privato? la madre di un caduto sembra costretta a diventare monumento di se stessa, che tristezza manu, e che gabbia! "

Ieri, alla tivù mi hanno chiesto perchè non faccio nulla per ricordare Joni. Gli ho detto che non mi interessa che gli altri ricordino Joni.
Allora , stupito, ( era un uomo) l'anchorman mi ha chiesto perchè.
"perchè" ho risposto " era mio figlio , mio e di nessun altro e mi sembra che parlare di lui in pubblico sia quasi togliere qualcosa a lui, a noi come famiglia , portargli via la sua privacy, l' essere un ragazzo come tanti altri , per me il più bello, il più intelligente , il più di tutto, ma un ragazzo come tanti altri "
Ancora più stupito lui ha insistito : "ma allora cosa chiedi a noi , agli altri, se non ti interessa che venga ricordato? "
" Mi interessa che venga ricordata la sua morte " ho risposto "e che mi diate in cambio un Paese in cui valga la pena di vivere.

Questo, per me , è l'unico modo in cui posso gestire questa sofferenza grande, senza sentirmi in gabbia.

2 commenti:

  1. infatti, a proposito di mestieri, questo dovrebbe essere il mestiere di un paese, essere qualcosa dove valga la pena di vivere...

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  2. ah, manuela, mi hai commosso con queste parole su tuo figlio. Quanto vere e quanto distanti dal chicchericcio mediatico cui oramai non riusciamo più a sfuggire neppure un minuto.
    Peccato tu sia lontana, vorrei strizzarti forte forte. Leopoldo

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