mercoledì 31 marzo 2010

il seder

E finalmente è arrivata la sera di Pasqua , del nostro Pessach , e del seder ( che vuol dire "ordine") in cui ci si riunisce, si legge l'Haggadà , cioè la storia dell'uscita del popolo ebraico dalla schiavitù dell'Egitto.
In Israele è il nostro Natale , la serata in cui le famiglie si riuniscono e le persone sole si sentono più sole.
Dalla casa deve sparire ogni briciola di pane , (che alla fine è un bel modo di far pulizia , le famose pulizie di Pasqua) e il pane sparisce dai supermarket insieme a tutto quello che non è casher per Pessach .
Per chi lo desidera ,persino le posate vengono bollite , in grandi pentoloni appositi, in ogni città . E a Gerusalemme o a Bney Beraq , le città in cui la follia di ortodossia religiosa arriva a volte fino alla vendita della carta igienica casher per Pessach e del cibo per cani casher-le-pessach , a ogni angolo è un bollitore improvvisato... La gente corre come impazzita , tutti vestiti di scuro , uomini e donne, sempre con qualche bambino in braccio, per le ultime spese.
Avraham mi proibisce di fotografare. "Altrimenti diventano tutti antisemiti, quelli che ti leggono.." .
Fosse solo per quello.
Del resto anche lui non scherza . Il "hamez" ( cioè tutto ciò che non è casher per pessach ) da noi è tutto nascosto dietro paraventi improvvisati e la casa sembra in maschera .
Ma alla fine il nostro seder , a Beersheva, la capitale del deserto del Neghev , è stato bellissimo.
Eravamo due coppie di nonni ( noi e i nostri consuoceri) , più tre coppie ( mia figlia e suo marito, mio figlio e sua moglie , il fratello di mia nuora e sua moglie ) e otto bambini.
Le più piccole, le nostre gemelle di due anni , erano felici ed agitatissime : si son divertite da matti e sono tranquillamente rimaste sveglie fino all'una di notte, mentre a me , che avevo cucinato fino a tardi per la grande festa, cadeva la testa sul piatto.


E mi è venuto in mente che una volta alla vigilia di Pasqua ci telefonavano per dire "hag sameah "(buona festa) e aggiungevano "per quanto vi sia possibile" sottintendendo che la tragedia della nostra vita, la morte di Joni, non ci permettesse di godere.
Adesso dodici anni dopo, dicono "hag sameah " tout court, ormai, dopo 12 anni, pensano, dovrebbe esserci passata .
E in effetti il suo ricordo di essere umano, lentamente , con gli anni, sbiadisce.
Lui no, lui, c'è sempre.

2 commenti:

  1. Ho una forma di rispetto particolarissima verso le donne che hanno perso un figlio, non credo esista dolore piu' atroce.La prima ad esserlo "meritato" questo rispetto, è stata mia nonna, aveva perso due figli, lei.La prima,Maria Carmela nel '29, a causa, di una epidemia di difterite,aveva due anni mori' toccandosi la gola, diceva nonna.Il secondo figlio che perse fu mio padre, lui aveva 33 anni, io pochi mesi.Ricordo ancora,che quando avevo 12 anni, non mi capacitavo come facesse a ridere e divertirsi con le sue comari, mentre erano sedute davanti alla porta a ricamare, era un mistero per me, poi magari il giorno dopo usciva dal bagno con gli occhi rossi...grazie per avermi ascoltata, Angela (FaceBooK)

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  2. Eh il fascino della religione ebraica, con tutte quelle feste, quei rituali, e quello snobismo di fronte alle richieste di conversione.. In quale film o quale libro ho letto che all'ennesima richiesta di conversione il rabbino rispose: " Ma sei proprio sicuro figliolo? Abbiamo già tanti cattivi ebrei.." Non amo la religioni,nessuna, troppa ipocrisia, ebraismo compreso. Ho conosciuto ebrei osservanti comportarsi in maniera ignobile ( come tanti cattolici) e continuare ad osservare tutti i precetti ( come tanti cattolici), nonostante tutto adoro questa religione, che si fa tante domande e si dà poche risposte. La festa che amo di più è il giorno di Yom Kippur. Un amico un giorno mi ha chiesto perdono per il male che mi aveva fatto. E il giorno dopo ha ricominciato a farmene. Esattamente come il buon cattolico che, uscito dal confessionale ruba le monetine dalla cassetta delle elemosine.
    Un giorno ho portato il mio amico in una chiesa, dove si era sempre rifiutato di entrare ,e, per sfida , indicando il crocifisso gli ho detto: Guarda lì, assassino! Lui mi ha rsiposto: " Ecco, lo sapevo che non ci dovevo entrare. Santa religione, in nome della quale abbiamo commesso atti barbarici.!..
    Cosa faremmo senza i nostri rituali? Ora auguro ai miei amici ebrei una hag sameah e vado a mangiarmi una fetta di colomba, è poco casher ma è.. divina!

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